Page 152 - Le Storie Dei Profeti

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La sua figura fisica :
tra le tante leggi mosaiche, anche quella che gli era di ostacolo
alla carriera:
“Il signore disse a Mosè: “
Parla con Aronne (il Sommo
Sacerdote) e digli: nelle generazioni future nessun uomo della tua stirpe,
che abbia qualche deformità, potrà accostarsi ad offrire il pane del suo
Dio: ne il cieco, né lo zoppo, né chi abbia il viso deforme per difetto o per
eccesso, potrà profanare con i suoi difetti i miei luoghi santi, perché sono
io che li santifico
”.
(Lv. 21-26).
Così si descrive la sua figura: “Paolo di Tarso era grosso, corto e largo di spalle. Le
sue gambe erano piegate e le sue ginocchia si toccavano, procedeva a piccoli passi e
la sua testa era diventata pressoché calva”.
I cambiamenti portati da Paolo nella Religione Cristiana:
Gesù non faceva altro
che professare l’ebraismo, tant’è vero che era chiamato rabbino, vale a dire maestro.
E’ Paolo di Tarso che trentatré anni dopo la morte di Cristo, e senza averlo neanche
conosciuto commise un grande crimine contro la storia; si inventò una storia del
primo Cristianesimo nonostante anche lui in origine fosse ebreo, stravolse
completamente i principi ebraici trasformandole in una teologia destinata a staccarsi
dalla origine giudaica o, addirittura, a porsi in conflitto con essa per i secoli
successivi. È doveroso pertanto definire Paolo uno spaventoso impostore.
Paolo voleva diffondere il suo credo partendo dalla Grecia che, in quell’epoca,
faceva parte dell’impero Romano, e che i suoi dèi assomigliavano moltissimo a quelli
dei Romani. Paolo era ben cosciente del forte potere che la religione greco-romano
esercitava sulla gente comune nell’impero Romano, e voleva evitare di operare
bruschi cambiamenti nei costumi dei Greci, per questo egli voleva abbandonare i
comandamenti trasmessi attraverso Mosè, come le questioni sulla liceità del mangiare
la carne e sul modo di sacrificare l’animale. Voleva anche abbandonare il
comandamento stabilito da Abramo riguardante la necessità della circoncisione.
Per lui questi comandamenti erano addirittura in opposizione a quanto gli era stato
rivelato direttamente da Gesù. Infatti, diceva, i comandi della legge mosaica erano
una maledizione.
Allora decise di rinnegare il suo legame col giudaismo, ormai reso inutile dall’idea
del sacrificio della croce, ed elaborare la sua via per la salvezza che non sarebbe
derivata più, come nel passato, dall'osservanza della Legge mosaica, ritenuta inutile,
ma dalla sola fede in Gesù Cristo. Al tempo stesso, Paolo iniziò quel processo di
divinizzazione del Cristo che avrebbe lentamente trasformato Gesù, da Messia (il re
unto), in «Nostro Signore Gesù Cristo» figlio di Dio. Per cui Cristo salì lentamente
alla parità col Padre e divenne il Dio della salvezza universale. E così Gesù si