Page 212 - Le Storie Dei Profeti

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Proprio a questo punto, possiamo vedere una delle grandi meraviglie del Corano; gli
esperimenti effettuati sulla superficie della luna il 20 luglio 1969 confermano le
notizie date 1.400 anni fa nel Corano nella Surat al-Qamar. In quella data, gli
astronauti americani posero piede sulla luna, scavando nel suolo lunare provando che
la luna venne divisa andando in completo accordo con le affermazioni nel versetto.
Le persecuzioni subiti dai Musulmani:
Non osando attaccare direttamente
Muhammad e non potendo reagire contro i Musulmani che godevano della protezione
dei loro clan, i notabili meccani, che erano pieni di rabbia verso la nuova religione
considerata in disaccordo con i loro interessi, rivolsero tutta la loro rabbia e odio
contro gli schiavi, che erano deboli e indifesi e non avevano nessun appoggio o
protezione. Li accusavano di essere bestemmiatori, nemici delle loro tradizioni
secolari, del loro ordine, della stessa prosperità della tribù.
I primi Musulmani furono oggetto di persecuzione, come invariabilmente lo sono
sempre stati i seguaci dei Profeti prima di loro. Per 13 anni, il periodo in cui il Profeta
rimase a Mecca prima di emigrare al Madina, i suoi seguaci subirono ogni genere di
prepotenza: insulti, sputi, botte e torture.
Bilal
, uno schiavo nero originario dell‘Abissinia, che si era convertito all’Islam e in
seguito divenne il primo Muezzin nell’Islam, venne ferocemente torturato dal suo
padrone, un capo clan. Quello lo fece distendere sulla sabbia rovente nell’ora più
calda della giornata, poi gli mise un macigno sul petto, tutto per obbligarlo a tornare
ad adorare gli idoli.
Piuttosto che rinunciare alla sua fede Bilal era disposto a morire, e nell’estrema
sofferenza continuava a ripetere: "Ahad, Ahad (Dio è Uno, Dio è Uno). Lo salvò Abu
Bakr, che lo acquistò dal suo padrone a caro prezzo rendendogli così la libertà e la
vita.
- Un giorno un gruppo di Musulmani fu sorpreso dai pagani mentre stava pregando
in una valletta nei pressi della città. Furono insultati e percossi.
- Altro giorno, mentre Muhammad stava seduto vicino alla Kaaba, uno dei notabili lo
affrontò e lo coprì di insulti. Obbedendo all’ordine di Allah "
Sopporta con pazienza
quello che ti dicono e allontanati dignitosamente"
(Corano)
, il Profeta non reagì e,
quando il pagano non riuscì più a trovare altre offese, si alzò e si allontanò. Poco
dopo Hamza, lo zio del Profeta,
che era
un famoso guerriero e cacciatore e che
non
aveva ancora aderito all’Islam ma amava suo nipote sinceramente, seppe
dell’accaduto e si arrabbiò tantissimo, raggiunse il notabile e gli disse: “Credi che
Muhammad non abbia nessuno che lo protegga? Anch’io sono della sua religione e
credo in quello che lui afferma. Vendicati su di me se puoi!”.