Page 260 - Le Storie Dei Profeti

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suo appoggio. Non si vedevano da 15 anni. Il miglior posto per mettersi a sedere era
il tappeto del Profeta, ma, mentre Abu Sufyan stava per prendere posto, Om Habiba
lo tolse velocemente e lo ripiegò. "Figliola" esclamò" questo tappeto è troppo buono
per me a tuo parere, o sono troppo buono per esso?". "E' il tappeto del Profeta"
rispose la donna "e tu sei un idolatra, un uomo impuro. Padre mio, sei il migliore dei
Quraysh e il loro capo. Come mai non sei entrato nell'Islam e adori pietre che né
sentono né vedono?".
Si può ben capire perché Abu Sufyan, il cui cuore non era ancora stato illuminato
dalla luce della fede, preferì lasciare la casa della figlia per andare da Abu Bakr a
continuare la missione politica a lui affidata dai Meccani!…
Alla morte del Profeta, Om Habiba ebbe un importante ruolo sociale all'interno del
gruppo delle Madri dei Credenti. Era infatti la cugina di Othman ibn Affan , che
divenne Califfo nel 644. Dopo il tragico assassinio di Othman , nel 35 AH. (655),
seguì un periodo tragico, durante il quale molti Umayyadi si rifugiarono in Siria o a
Mecca, mentre altri cercarono rifugio presso Om Habiba. Ella ne accolse e ne
protesse un gran numero e, con la coraggiosa Nailah, vedova del Califfo assassinato,
fece del suo meglio per aiutarli.
Om Habiba morì poco prima di Aisha. Le spose del Profeta furono sotterrate l'una
accanto all'altra, nel cimitero del Baqi’ a Madina.
Che Allah l'Altissimo sia soddisfatto di lei!
6- Hind Bint Abu Umayya (Om Salamah):
Più conosciuta con il soprannome “Om
Salamah” appartenente al clan aristocratico dei Makhzum, fu, insieme al suo sposo
Abu Salamah, una delle prime Credenti. Per questo motivo fu perseguitata a Mecca
durante i primi anni della Rivelazione e, seguendo l'ordine del Profeta, fu, con suo
marito Abu Salamah, tra gli emigranti in Abissinia. In effetti, è attraverso la sua
testimonianza che ci sono trasmessi moltissimi particolari relativi a questa prima
emigrazione.
Una volta tornati a Mecca Om e Abu Salamah ricevettero la protezione di Abu Taleb,
ma alla morte di questo ultimo decisero di compiere l'Hijra verso Madina, come
avevano cominciato a fare alcuni altri Credenti.
Lungo la strada, però, furono fermati da rappresentanti del clan della donna, che
obbligarono Om Salamah a tornare a Mecca, dove fu separata a forza dal figlioletto
Salamah, che fu preso in affidamento da alcuni membri della tribù di Abu Salamah.
Om Salamah passò un anno difficilissimo; andava ogni giorno nel deserto e rimaneva
lì tutto il giorno a piangere. Dopo qualche tempo, però, un cugino della donna
intervenne in suo favore; tutto il clan ebbe pietà della donna e, restituitole il bambino,