Page 296 - Le Storie Dei Profeti

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2- Baraka, Om Ayman
Non si sa precisamente come questa ragazzina Abissina giunse al mercato degli
schiavi di Mecca. Non si conoscono le sue "radici", il nome dei suoi genitori, né
quello dei suoi antenati. Molti bambini e bambine, Arabi e non, venivano catturati e
condotti per essere venduti come schiavi a Mecca. Un terribile destino attendeva
quelli, tra loro, che venivano acquistati da padroni o padrone crudeli, che li
sfruttavano facendoli lavorare fino allo sfinimento e li trattavano nel peggiore dei
modi. Pochissimi di loro avevano la fortuna di capitare in casa di persone gentili, che
li trattassero con umanità.
Baraka, la giovane Abissina, fu una di questi pochi fortunati. Fu acquistata dal
generoso e cortese Abdullah, figlio di Abdu al Muttaleb. Divenne l'unica schiava a
lavorare nella sua casa, e quando egli si sposò con la giovane Amina, Baraka lo seguì
nella dimora coniugale, per continuare a servirlo. Dopo appena due settimane dal
matrimonio, così come più tardi raccontò la stessa Baraka il padre di Abdullah andò a
trovarlo e gli diede l'incarico di partire con la prossima carovana per la Siria, per
occuparsi dei suoi affari. Amina ne fu molto rattristata e si lamentò: «Non è possibile!
Come può mio marito partire per la Siria? Sono una giovane sposa e le tracce della
henna non sono ancora scomparse dalle mie mani!».
La partenza di Abdullah fu straziante. Nella sua angoscia, Amina svenne. Quando
Baraka la vide priva di sensi, gridò preoccupata: «Oh mia signora!». Amina aprì gli
occhi e la guardò, mentre le lacrime le rigavano il volto, le disse: «Portami a letto,
Baraka!». Amina rimase a letto per molto tempo, senza parlare con nessuno. Non
voleva che nessuno andasse a trovarla, a parte il vecchio Abdu al Muttaleb.
Due mesi dopo la partenza di Abdullah, Amina un giorno chiamò Baraka all'alba e,
con il viso illuminato dalla gioia, le disse: «Oh Baraka! Ho fatto uno strano sogno!».
«Qualcosa di bello, mia signora!» le rispose la donna. «Ho visto delle luci uscire dal
mio ventre e illuminare le montagne, le colline e le valli intorno a Mecca». «Pensi di
essere incinta, mia signora?». «Sì, Baraka. Però non provo nessuno di quei disturbi
tipici della gravidanza che affliggono le altre donne». La giovane Abissina allora le
disse: «Darai alla luce un bambino benedetto, che ti porterà qualcosa di buono».
Un giorno, Abdu al Muttaleb venne da lei e le disse che avrebbe dovuto lasciare la
sua casa, per rifugiarsi sulle montagne con gli altri Meccani, a causa di un imminente
attacco alla città da parte del sovrano dello Yemen, Abraha. Amina gli rispose: «Sono
troppo debole per raggiungere le montagne». Amina Insistette dicendo che Abraha
non sarebbe mai riuscito ad entrare a Mecca per distruggere la Kaaba, perché questa