Page 302 - Le Storie Dei Profeti

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Fu proprio mentre diceva queste parole che passò di lì Abu Bakr, che vedendo il triste
spettacolo esclamò: "Ucciderete un uomo solo perché dice: Allah è il mio Signore?".
Si rivolse quindi a Umayya e gli disse: "Chiedi il prezzo che vuoi e affrancalo!". Il
padrone di Bilal, che proprio non sapeva cosa avrebbe potuto farsene di quello
schiavo, accolse la proposta di Abu Bakr come un'ancora di salvataggio, tanto più che
quest'ultimo era pronto a pagare il suo prezzo. Rese quindi la libertà a Bilal facendosi
pagare una forte somma.
Bilal era adesso un uomo libero. Sbarazzato della servitù degli uomini, non avrebbe
mai più avuto altro Padrone al di fuori di Allah, l'Unico, per il Quale aveva accettato
tutte le dolorose prove e tutti i sacrifici. Mentre Bilal si allontanava in compagnia del
suo salvatore, Umayya gridò ad Abu Bakr: "Prenditelo! Per Lat e 'Uzza, te l'avrei
venduto anche solo per un'oncia
(unità di peso intorno ai 30 grammi)
!". Ma Abu Bakr gli
rispose: "Per Allah, anche se tu mi avessi chiesto cento once per il suo riscatto, te le
avrei pagate!".
Fu così che Bilal entrò nel primo gruppo benedetto di Credenti. Il Messaggero di
Allah lo accolse a braccia aperte e gli riservò un posto di riguardo nella Comunità
Islamica.
L’appello alla preghiera:
Fin dai primi tempi della predicazione dell'Islam, la
formula dell'appello alla preghiera fu un argomento molto sentito dal Messaggero di
Allah e dai suoi Sahaba, che volevano chiamare all'orazione distinguendosi, però,
dalle formule usate da Ebrei e Cristiani. Dopo aver discusso tra loro, i Compagni
scelsero la voce umana, che avrebbe dovuto far sentire fino all'orizzonte l'appello alla
preghiera e l'Unicità di Allah. Il Messaggero di Allah pensò dunque a Bilal, che
aveva la voce più bella e forte. Lo chiamò e gli affidò il compito di chiamare alla
preghiera e alla salvezza cinque volte al giorno. Da quel momento, i Sahaba
ascoltarono l'Azan dalla voce del loro Compagno.
Dopo l'Hegira, quando i Musulmani si apprestavano al confronto armato con i
Quraysh a Badr, anche Bilal era tra loro. Si distinse, quel giorno, per il suo coraggio e
il suo impegno, proporzionati alla sua fede e al suo amore per l'Islam. Era pronto a
sacrificare qualunque cosa per difendere quella fede per la quale aveva sopportato
tanto. Quando le due armate si affrontarono, Bilal era tra le prime file dei
combattenti. Voleva difendere col suo corpo, che i miscredenti avevano così
torturato, il Messaggero di Allah dalle frecce e dalle lance che rischiavano di colpirlo.
Ad un tratto, Bilal vide il suo vecchio padrone e torturatore Umayyah ibn Khalaf, in
mezzo al campo di battaglia, sempre arrogante com'era sua abitudine. Bilal si lanciò
verso di lui gridando: «La testa della miscredenza, Umayyah Ibn Khalaf! Che io non