Page 304 - Le Storie Dei Profeti

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gli rispose: "Chi dunque chiamerà alla Salat, o Bilal?". Ma egli, tristemente, replicò:
"Non potrei più fare l'Azan dopo la morte del Messaggero di Allah".
Abu Bakr insistette: "Resta, Bilal, e fai l'Azan per noi". Ma Bilal rispose: "O Abu
Bakr, se tu mi hai affrancato perché io fossi al tuo servizio, fai di me ciò che vuoi; ma
se l'hai fatto per amore di Allah, allora lasciami al servizio di Colui per il Quale mi
hai liberato". Abu Bakr gli disse allora: "Oh Bilal, non ti ho affrancato se non per
amore di Allah!". E gli permise di recarsi dovunque volesse. Bilal andò a Damasco e
vi si stabilì, consacrandosi all'adorazione di Allah e al Jihad nella Sua Via.
Un giorno, durante una visita del Califfo Omar a Damasco, i Musulmani insistettero
perché chiedesse a Bilal di fare l'Azan all'ora della preghiera. Omar insistette tanto
che alla fine Bilal accettò. Ma alla pronuncia del nome di Muhammad il suo antico
dolore lo colse e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Tutti i Musulmani, compreso il
Califfo Omar, piansero insieme a lui.
Bilal visse i suoi ultimi anni a Damasco, tra l'ammirazione e il rispetto di tutti i
Musulmani. Là morì e fu sepolto.
Bilal è ricordato come il simbolo della fermezza e del sacrificio della fede dinanzi
alle prove e alle vicissitudini che questa implica.
Che possa riposare nella beatitudine e nella felicità dell'Unico, per il Quale tanto
soffrì nel basso mondo.
Salman al Farsi
Ricercatore della verità
Questa è la storia di un ricercatore della Verità, la storia di Salman al Farsi [il
Persiano] . Come egli stesso raccontò: «Crebbi in Persia, in un piccolo villaggio,
vicino alla città di Esfahan. Mio padre era il capo del villaggio. Era il più ricco e
abitavamo nella casa più grande del paese. Fin da quando ero piccolo, mio padre mi
amava più di chiunque altro. Il suo amore per me era talmente eccessivo che, per
paura di perdermi o per timore che mi accadesse qualcosa di negativo, mi teneva
chiuso in casa, proprio come se fossi una ragazza!
Divenni devoto alla religione dei Magi, al punto tale che mi scelsero per custodire il
fuoco che adoravamo come 'sacro'. Il mio compito consisteva nel controllare che le
fiamme non si spegnessero mai, e che il fuoco rimanesse acceso giorno e notte.
Mio padre possedeva una vasta tenuta, che rendeva un consistente raccolto; egli se ne
occupava personalmente. Un giorno, essendo molto occupato coi suoi doveri di capo-
villaggio, mi disse: "Figlio mio, sono troppo impegnato per andare a controllare i