Page 306 - Le Storie Dei Profeti

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essere molto onesto, uno che accettava un regalo, ma non consumava per se stesso la
carità .
Salman continua a narrare la storia: «Un gruppo di capi Arabi della tribù dei Kalb
passò ad Ammuriyyah, ed io chiesi di portarmi con loro, al ritorno, e pagai loro tutto
il denaro che avevo. Quando giungemmo a Wadi al-Qura (un posto situato tra
Madina e la Siria), essi vennero meno alla loro promessa e, pur essendosi
impossessati del mio denaro, mi vendettero ad un Ebreo come schiavo. Lavorai per
un pò al suo servizio, ma poi egli mi vendette ad un suo lontano nipote, appartenente
alla tribù dei Bani Qurayza. Questo nipote mi portò con sé a Madina, la città delle
palme, che era proprio come mi era stata descritta dai Cristiani di Ammuriyyah.
A quel tempo, il Profeta Muhammad stava invitando all'Islam il suo popolo, a Mecca,
ma io non riuscivo ad avere notizie di lui, per via del duro lavoro che dovevo
svolgere come schiavo. Quando il Profeta giunse a Madina, dopo l'Hegra, io mi
trovavo in cima ad una palma. Stavo lavorando per il mio padrone, che era seduto
sotto l'albero. Un suo nipote corse a dirgli: "Che Dio dichiari guerra agli Aws e ai
Khazraj (le due tribù arabe di Yathrib). Per Dio, sono andati a Kebaà’ per incontrare
un uomo che è arrivato oggi da Mecca e che dichiara di essere un Profeta". Appena
sentite queste parole, sentii il sangue affluirmi al viso e cominciai a tremare così
violentemente che per poco non caddi addosso al mio padrone. Scesi velocemente
dalla palma e dissi al nipote del mio padrone: "Che cosa hai detto? Ripetimi le
novità!". Il mio padrone si arrabbiò moltissimo e mi diede un colpo terribile: "Che
cosa ti interessa? Torna a lavorare!" gridò.
Quella sera, presi alcuni datteri che avevo raccolto e mi recai nel luogo dove il
Profeta si era accampato. Andai da lui e gli dissi: "Ho sentito dire che sei un uomo
giusto e che vi sono dei tuoi Compagni , con te, che sono stranieri e si trovano nel
bisogno. Ti ho portato questi come sadaqa. Vedo che tu ne hai più bisogno degli
altri". Il Profeta disse ai suoi Compagni di mangiare, ma lui non mangiò. Raccolsi
altri datteri, e quando il Profeta lasciò Kebaà’ e giunse a Madina, andai da lui e gli
dissi: "Ho notato che non hai mangiato la sadaqa che ti avevo portato. Questo, invece,
è un regalo per te". Sia lui che i suoi Compagni mangiarono allora questi datteri».
L'onestà del Profeta fu una delle caratteristiche che portarono Salman a credere in lui
e ad accettare l'Islam. Salman fu liberato dalla schiavitù dallo stesso Profeta
Muhammad , che pagò al suo padrone Ebreo il prezzo stipulato e piantò
personalmente un certo numero di palme per completare il prezzo della sua libertà.
Dopo la sua conversione, quando qualcuno gli chiedeva di chi fosse figlio, Salman
rispondeva: "Sono Salman, il figlio dell'Islam, (appartenente) ai figli di Adamo".