Page 318 - Le Storie Dei Profeti

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"quando hai paura del mago digli -ero occupato con la mia gente-. Quando hai paura
della tua gente dì - ero occupato con il mago". Così il ragazzo seguì i consigli del
monaco (per un periodo).
Poi un giorno arrivò sulla strada dove passava un'enorme creatura (animale) e la
gente non riusciva a passare. Il ragazzo disse: "Oggi saprò se è meglio il mago o il
monaco." Così prese una pietra e disse: “Oh Allah! Se le azioni del monaco ti sono
più gradite di quelle del mago allora uccidi questa creatura affinché la gente possa
attraversare (la strada)”. Poi colpì (la bestia) con la pietra e la uccise, e la gente passò
(la strada).
Il ragazzo andò dal monaco e lo informò del fatto. Il monaco gli disse: "O figliolo!
Oggi tu sei migliore di me, hai realizzato questo! E sarai messo sotto accusa, e in
caso tu venga processato non menzionare loro il mio nome".
Il ragazzo riusciva a curare i ciechi, i lebbrosi e altri malati. Un cortigiano cieco del
re venne a sapere dei suoi miracoli. Andò da lui portando in dono numerosi regali e
gli disse: "Tutti questi regali saranno tuoi se mi curerai". Il ragazzo disse: "Io non
curo nessuno; è solo Dio che cura le persone. Allora se credi in Allah e lo invochi Lui
ti curerà". Dunque il cortigiano credette in Allah e Allah lo curò.
In seguito il cortigiano andò dal re e sedette al suo solito posto. Il re gli chiese: "Chi ti
ha ridato la vista?" Il cortigiano disse: "Il mio Signore, Allah!" Il re disse: "Hai un
altro signore all'infuori di me?" il cortigiano disse: "Il mio Signore e il tuo Signore è
Allah". Il re lo afferrò e continuò a tormentarlo finché egli lo informò del ragazzo. Fu
così che il ragazzo fu portato a corte. Il re disse al ragazzo: "O ragazzo! La tua
conoscenza della magia è forse arrivata al punto di farti essere capace di curare i
ciechi e i lebbrosi e fare tali cose?" il ragazzo rispose: "Io non curo nessuno, è solo
Allah che cura". Poi il re lo afferrò e continuò a tormentarlo finché il ragazzo lo
informò del monaco.
Il monaco fu portato a corte e gli fu detto: "Abbandona la tua religione". Il monaco si
rifiutò di rinnegare il proprio credo. Poi il re ordinò una sega che fu posta sulla testa
del monaco che fu tagliata finché egli cadde, tagliato in due pezzi.
Poi il cortigiano fu portato a corte e gli fu detto: "Abbandona la tua religione". Egli si
rifiutò di rinunciare alla sua fede. Così la sega fu posta sulla sua testa che fu tagliata
finché egli cadde tagliato in due pezzi. Poi fu portato il ragazzo e gli fu detto:
"abbandona la tua religione" Il ragazzo rifiutò di rinnegare il proprio credo. Così il re
ordinò ad alcuni dei suoi cortigiani di portare il ragazzo su una montagna, dicendo:
"salite sulla montagna con lui finché arrivate in cima. Poi vedete se rinnega,
altrimenti buttatelo giù." Lo presero, poi salirono la montagna, e il ragazzo disse: "oh