Page 351 - Le Storie Dei Profeti

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persona”
.
Il Profeta rispose:
“No, Dio ama veder manifestare sul suo servo i segni
di ciò che gli ha concesso”
.
L’Islam invita a dare prova della propria disponibilità e generosità, e della
preoccupazione e volontà di aiutare i fratelli più poveri nelle loro necessità,
privandosi anche del sovrappiù:
Il Profeta consigliò
:
“Figli di Adamo! Donare al di là dei vostri bisogni è meglio
per voi, trattenerlo è peggio per voi. Date per primi a coloro che dipendono da
voi”; “Donate senza restrizione, affinché Dio non restringa i suoi favori nei vostri
confronti; non accumulate, affinché Dio non vi privi dei suoi benefici; donate
anche il poco che potete”;
l’Islam invita a donare con discrezione, per rispettare la dignità del ricevente e
salvaguardare la segretezza. Non è assolutamente necessario informare il
beneficiario della fonte della carità. Esistono persone sensibili, che potrebbero
rifiutarsi di accettare un aiuto.
Un contribuente non deve mai vantarsi affinché la carità non si trasformi in
pubblicità, o peggio in una dimostrazione di supremazia e di superbia. Come disse
il Profeta:
“La miglior carità è quella che fa la mano destra e che la mano sinistra
ignora”.
Ma se la sua popolarità e il suo nome possono servire ad incoraggiare gli
altri a donare, ciò è ammesso.
Il contribuente deve servirsi del proprio buonsenso per ricercare i più bisognosi e
meritevoli, oppure offrire il suo contributo alle organizzazioni specifiche che
assicurano la ridistribuzione secondo le indicazioni coraniche specifiche.
Oggigiorno, particolarmente in paesi non islamici, l’obbligo di versare l’Imposta
coranica è una faccenda personale del Musulmano. Spetta dunque a lui ad essere
coscienzioso e prelevare la Zakah dai suoi averi, ovunque si trovi. Può distribuirla
ad altri Musulmani bisognosi colà residenti, oppure versarla alle associazioni
islamiche a carattere umanitario, che operano in differenti paesi e che possono
provvedervi.
La carità comincia coi parenti prossimi, poi con quelli più lontani, quindi coi vicini
bisognosi, coi poveri della stessa comunità, con le vedove, gli orfani, i debitori, i
viandanti, coloro che lottano ed emigrano per la causa di Dio, ossia con tutti coloro
che vivono nella ristrettezza e nel bisogno e che spesso, per dignità, non lo danno a
vedere.