Page 353 - Le Storie Dei Profeti

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Il quarto Pilastro,
il Digiuno del Ramadan
Il mese di Ramadan è il nono mese dell'anno lunare islamico, composto di 12 mesi
lunari (29 o 30 giorni ciascuno) per un totale di 354 o 355 giorni.
La connessione fra anno lunare e anno solare (che noi generalmente usiamo di
365gg.) che ogni mese lunare anticipa ogni anno solare di una decina di giorni:
perciò Ramadan non cade mai nello stesso periodo solare "stagionale". Ciò
significa che nel periodo di un limitato numero d'anni il Digiuno islamico copre
l'intero ciclo delle quattro stagioni, andando e riandando dall'estate all’inverno
attraverso 1a primavera e l'autunno, in maniera rotatoria.
La natura del calendario Islamico è tale che il mese di Ramadan cade ad esempio in
un anno a Gennaio e l’anno successivo a Dicembre. Sotto il profilo spirituale ciò
significa che il Musulmano gode dell’esperienza morale del Digiuno a vari livelli e
ne assapora i profumi spirituali nelle varie stagioni di vari climi, a volte nei giorni
brevi e freddi dell’inverno a volte nei giorni lunghi e caldi dell’estate, a volte in un
periodo intermedio.
Il Digiuno si pratica da tutti gli esseri viventi:
Il digiuno è praticato non soltanto
dagli uomini, ma da tutta la natura, e ciò dimostra che esso non indebolisce il
corpo, ma lo ringiovanisce e gli dona forza.
Non vediamo forse alcune piante che diventano "malate" d'inverno, perdendo
completamente le foglie? Noi smettiamo di innaffiarle, concedendo dunque loro un
periodo di riposo, di digiuno. Ma quando viene la primavera, queste piante
rompono il digiuno, e cominciano a spuntare foglie e fiori.
L'albero
d'inverno
perde le foglie per meglio resistere al freddo. D'inverno, infatti, diventa impossibile
pompare dal terreno gelato tutta l'acqua necessaria. Inoltre, le foglie lasciano
evaporare una grande quantità d'acqua. Dunque, perdendo le foglie, si
economizzerà l'acqua.
Ciò avviene anche per le bestie: quando la neve ricopre la terra, alcuni animali non
trovano più nulla da mangiare, e passano i lunghi mesi freddi nelle grotte in
letargo, senza mangiare né bere. Ma quando, verso primavera, rompono il digiuno,
la loro pelliccia o il loro piumaggio si rinnovano in maniera straordinaria, ed eccoli
come nuovi!… come
La marmotta
si ritira nella tana, sottoterra, per ibernare.
Durante tutto l'inverno, non mangia nulla e sopravvive grazie alle riserve di grasso
che ha accumulato durante l'estate. La sua temperatura diminuisce di una trentina
di gradi. La marmotta si arrotola su se stessa per conservare meglio il proprio
calore. Il suo cuore batte molto lentamente, e la respirazione diventa appena
percettibile.