Page 76 - Le Storie Dei Profeti

Basic HTML Version

76 www.islamicbulletin.com 
Il padre promise a Mosè in matrimonio la figlia più giovane dicendo: “Vorrei darti in
sposa una delle mie figlie, a una condizione, che tu lavori per me come pastore per 8
anni. Se vorrai restare 10 anni sarà di tua spontanea volontà”. Mosè rispose:
“Qualunque dei due termini compirò. Allah sia garante di quello che diciamo”.
Mosè restò a Madyan 10 anni, il suo lavoro in questi anni consisteva di fare il
pastore; uscire ogni giorno all’alba, portare le capre a pascolare e bere. Così Mosè si
era quasi isolato dal mondo esterno, ebbe tanto tempo libero per meditare, osservare
l’universo, e rendersi conto della grandezza del creatore essendo già un credente che
seguiva la religione del suo antenato il Profeta Abramo.
Per lui era un periodo di preparazione psicologica per la
grande missione che avrebbe assunto in seguito.
L’incontro con Dio:
Quando Mosè portò a termine il
contratto di 10 anni di lavoro per il suocero, volle
partire, sentiva la nostalgia della sua famiglia. Chiese al
suocero di dargli qualche pecora per il viaggio, prese la
moglie ed i figli e partirono.
Durante il viaggio Mosè si perse, in una notte buia senza stelle e molto fredda, poi gli
sembrò di vedere un fuoco lontano, e disse alla sua famiglia: “Restate qui! Ho visto
un fuoco, forse potrò portarvene un tizzone acceso così possiate riscaldarvi oppure
quel fuoco mi indicherà la strada giusta”. Loro non vedevano nessuna luce da lontano
solo Mosè riusciva a vederla ma rimasero ad aspettare lo stesso. Mosè credeva che si
trattasse di uno dei tanti focherelli accesi nel deserto, invece era il fuoco di Dio. Egli
camminò fino ad entrare nella valle di Towa (in Sinai). Quando si avvicinò vide un
fuoco che divampava da un albero di spine verdi che più ardeva più diventava verde
senza consumarsi. Mosè portò le mani agli occhi per la paura di rimanere accecato
dalla forte luce emessa delle fiamme. Improvvisamente udì una voce che lo
chiamava, era la voce di Signore, che gli disse: “O Mosè, in verità sono il tuo
Signore. Togliti i sandali, ché sei nella valle sacra di Towa. Io ti ho scelto, ascolta ciò
che sta per esserti rivelato”. Ma Mosè appena sentì la voce scappò terrorizzato, e Dio
lo richiamò dicendo: “
In verità, Io sono Allah: non c'è dio all'infuori di Me. AdoraMi
ed esegui l'orazione per ricordarti di Me”. La terra sotto i piedi di Mosè tremava
lodando Dio e anche Mosè tremando tolse i sandali inchinandosi.
I miracoli di Mosè:
Dio gli chiese :”O Mosè, cosa tieni nella tua mano destra ?
(Allah non chiede per sapere ma per attirare l’attenzione di Mosè). Egli rispose: “E’ il
mio
bastone
, mi ci appoggio, con esso faccio cadere le foglie dagli alberi per i miei
montoni e mi serve per altre cose”. Dio disse: “Gettalo”, Mosè lo gettò ed ecco che
divenne un enorme serpente che strisciava velocemente. Quando Mosè lo vide