Page 88 - Le Storie Dei Profeti

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Prima di scendere dal monte portando con se
le tavolette Dio informò Mosè che, in sua
assenza, il suo popolo venne plagiato dal Samerei che gli fece un vitello d’oro e lo
convinse di essere il suo dio.
Mosè scese dal monte pieno di rabbia e dispiacere. Al suo
arrivo appoggiò le tavolette sacre e afferrò la testa e la barba di
suo fratello e lo tirò a sé violentemente dicendo: “Cosa ti ha
impedito di raggiungermi quando li hai visti sgarrare?” (Harun
li aveva avvisati dicendo di non cadere nella tentazione e di
obbedire al suo comando, ma loro risposero:”Non ci
staccheremo più dal vitello, finché Mosè non torni”). Esclamò
Harun dicendo: “O figlio di mia madre, il popolo ha preso il sopravvento su di me e
c’e mancato poco che mi uccidesse”.
Mosè si rivolse al suo popolo dicendo: “E così avete mancato alla vostra promessa
che mi avete fatto, di non adorare altri che Allah, l’Unico e non associare a Lui
alcunché”. Dissero: “Noi non abbiamo colpa, avevamo peccato prendendo l’oro degli
egizi, e volevamo liberarci da questo peccato, Harun ci ha consigliato di fare una
buca e seppellire l’oro e così abbiamo fatto, tanto nel deserto l’oro non ci serva a
niente. Ma il Samerei l’ha preso e ne ha tratto un vitello d’oro dal corpo muggente e
ci disse: “ Questo è il vostro dio, il dio di Mosè”.
In verità durante l’attraversamento del Mar Rosso, l’Arcangelo Gabriele scese dal
cielo a cavallo e precedette la marcia degli Ebrei, la polvere calpestata dagli zoccoli
dell’animale si trasformava in erba verde. Il Samerei ebbe l’ispirazione diabolica di
prendere un pugno di questa polvere calpestata per gettarla in seguito su qualcosa per
darla la vita. Quando gli Ebrei videro il vitello muggente si stupirono e credettero alle
parole del Samerei e cominciarono a ballare attorno al vitello fino all’arrivo di Mosè.
Solo un piccolo gruppo degli Ebrei si dissociarono e rimasero fedeli.
Mosè si rivolse al Samerei dicendo: “O Samerei, cosa hai da dire per tua discolpa?,
Rispose: “Ho visto ciò che essi non hanno visto, ho preso un pugno di polvere
lasciata dalle orme del cavallo di Gabriele e l’ho gettata nell’oro, così ho fatto il
vitello muggente”.
Allora Mosè gli disse: “Vattene, per tutta la vita sei condannato di vivere solo,
nessuno potrà più toccarti o avvicinarti, ecco il dio che hai adorato:lo bruceremo e
disperderemo le ceneri nel mare”. Il Samerei venne condannato all’intoccabilità, e
destinato all’inferno nel giorno del Giudizio. Si disse che fu colpito di una grave
malattia cutanea e non poté più sopportare che qualcuno lo toccasse.