Page 284 - Le Storie Dei Profeti

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cui grandezza morale era ammessa da tutti come Abu Bakr l’amico più intimo della
giovinezza. Il carattere onesto e la condotta onorata della sua gioventù gli fecero
guadagnare l’approvazione dei suoi concittadini. Anche se viveva in una città dove
bere alcolici era molto comune, lui non bevve mai una goccia di vino. La società di
Mecca trovava piacevole il gioco d’azzardo, ma Mohammad non prese mai parte a
quel passatempo. Viveva in mezzo a gente che amava la guerra quanto il vino, ma
non aveva tendenza per nessuno dei due.
La sua gioventù fu segnata da quella rara caratteristica, la più rara in Arabia, a quel
tempo: l’amore per i poveri, gli orfani, le vedove, i deboli, gli indifesi e gli schiavi.
Prima di avere dei mezzi, fu uno dei membri della società che giurarono di difendere
gli oppressi e formarono una lega dedicata alla difesa di chi aveva subito dei danni.
La sua misericordia:
Il Messaggero di Allah era l'uomo più dolce, pur superando gli
altri per il coraggio e il valore. Era talmente buono che le lacrime apparivano sul suo
viso alla vista della minima manifestazione di crudeltà.
Per gli animali:
Si riferì che un giorno un uomo afferrò una capra, la distese su un
fianco, poi si mise ad affilare il coltello. Vedendo questa scena, il Profeta gli chiese:
"Cerchi di ucciderla due volte? Perché non affili il coltello prima di stendere la tua
capra sul fianco?"
Il Profeta proibì ai suoi compagni di affamare o assetare le bestie da soma, o anche
di caricarle eccessivamente. Raccomandò di essere buoni con gli animali e di cercare
di alleggerirli di una parte del carico, considerando ciò come atto meritorio in grado
di avvicinare l'uomo ad Allah. Si riferì che il Profeta disse:
"Un viaggiatore assetato
trovò un pozzo sul suo cammino. Vi discese per dissetarsi e, una volta uscitone, vide
un cane che stava leccando il fango da quanto era assetato. L'uomo pensò che il cane
dovesse avere tanta sete quanto lo era lui; ridiscese allora nel pozzo, riempì la sua
scarpa di cuoio d'acqua e risalì tenendo la scarpa tra i denti. Così, dissetò il cane.
Allah si rallegrò di questo gesto di bontà e assolse l'uomo dai suoi peccati".
I compagni del Profeta si informarono: "Oh Messaggero di Allah! Vi è anche una
ricompensa riguardante le bestie e gli animali selvaggi?". Il Profeta rispose:
"Vi è una
ricompensa riguardante ogni creatura con un cuore vivente".
Si riferì che il Profeta disse:
"Una donna fu condannata all'Inferno a causa di una
gatta che rinchiuse senza darle da mangiare, né lasciarle la libertà di cacciare qualche
roditore per nutrirsene"
Un giorno il Profeta entrò nel recinto di un giovane uomo; vi trovò un cammello che
si mise a piangere alla vista del Profeta, con le lacrime che gli colavano dagli occhi. Il
Profeta si avvicinò e gli diede qualche pacca sulla gobba, e ciò confortò la bestia. Poi
il Profeta chiese chi fosse il suo proprietario, il giovane si presentò e disse: "Oh
Messaggero di Allah, questo cammello è mio". Il Messaggero di Allah gli disse