Page 233 - Le Storie Dei Profeti

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Aisha non trovò più nessuno, e si sedette con calma per terra, sicura che qualcuno
sarebbe tornato a prenderla quando la sua assenza fosse stata scoperta, e poco dopo si
addormentò. Un pò più tardi, Safwan ibn Mu'attal, un dei Sahaba, tornò indietro. Il
suo lavoro era quello di recuperare coloro che si fossero persi e gli oggetti smarriti.
La trovò addormentata, la riconobbe e disse: "Costei è la sposa del Messaggero di
Allah!". La fece salire sul suo cammello e raggiunsero il gruppo. Questo semplice
incidente fu molto presto trasformato in una calunnia da 'Abdullah ibn Ubayy, il capo
degli ipocriti a Madina, e dai suoi partigiani. Appena la carovana giunse a Madina, gli
ipocriti cominciarono a macchiare la reputazione di 'Aisha; rigirarono l'incidente
della collana per raccontare alla gente che la giovane non era più casta!
La storia si sparse nella città come il fuoco in una foresta. Appena la notizia si diffuse
la gente mormorò, e la menzogna giunse infine alle orecchie dell’Inviato di Allah.
Egli ne fu turbato e si consultò con Usama ibn Zayd e con Ali ibn Abu Taleb. Ali
disse: "Non c'è carestia di donne nel mondo!". Voleva dire che, nel caso in cui il
Profeta avesse dato importanza alla calunnia, poteva divorziare da 'Aisha. Mentre
Usama, convinto della sua innocenza disse "E' una grande menzogna! E’ tua moglie,
e io non ne penso che bene!”
Sempre più perplesso, il Profeta andò alla moschea e si lamentò riferendo a Ibn
Ubayy:
"O Gente! Cosa dite di uomini che mi calunniano riguardo alla mia famiglia e
dell'uomo di cui si parla (Safwan), che non è mai entrato nella mia casa senza che io
fossi con lui? O Musulmani, questo seminatore di discordia ('Abdullah ibn Ubayy) ha
fabbricato una menzogna contro la mia famiglia. Chi lo punirà da parte mia?".
La gente si agitò. Quello che feriva il Profeta colpiva tutti quanti dolorosamente. Il
capo degli Aws si offrì di uccidere coloro che si erano macchiati di quell’infamia,
fosse uno dei loro o uno dei Khazraj. Manifestarono allora i Khazraj, volarono parole
grosse e i due clan stavano quasi per affrontarsi nella moschea stessa. L’inviato di
Allah fu costretto a scendere dal pulpito per calmare la gente e mandarla via in pace.
Pur convinto dell’innocenza della moglie, il Profeta era alla ricerca di una prova che
la potesse scagionare pubblicamente. Si recò allora presso di lei nella casa di Abu
Bakr. Aisha stessa raccontò l’epilogo della vicenda: "Entrò l’Inviato di Allah e si
sedette vicino a me. Non lo aveva più fatto da quando si era diffusa la chiacchiera sul
mio conto. Per un mese non aveva ricevuto nessuna rivelazione che potesse
riguardarmi. Egli disse:
“Aisha, ho saputo che dicono di te questo e quello. Se sei
innocente Allah lo dimostrerà. Se invece hai commesso un peccato, pentiti e chiedi
perdono ad Allah. Quando l’uomo riconosce il suo sbaglio e se ne pente Allah glielo
perdona”.
Ero ancora giovane e non conoscevo molti versetti del Corano, ma potei