Page 241 - Le Storie Dei Profeti

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Di nuovo Abu Sufyan fu incaricato di convincere il Profeta a rinunciare all’attaccare
la città. Il Profeta lo invitò ad abbracciare l’Islam, cosa che quello fece l’indomani
mattina. Valutando appieno l’opportunità di non umiliarlo, il Profeta stabilì le
condizioni della resa della città
: "Chi sarà nella casa di Abu Sufyan sarà salvo –
proclamò
-;
chi starà dietro la porta di casa sua sarà salvo; chi entrerà nel Recinto
Sacro sarà salvo".
Dopo aver sentito le condizioni del Profeta, Abu Sufyan si precipitò nella città
gridando a tutti l’inutilità di qualsiasi resistenza e le condizioni imposte per avere
salva la vita. Il Profeta aveva ordinato ai suoi uomini di non combattere se non
vengono attaccati, e la conquista della Mecca avvenne praticamente senza alcun
spargimento di sangue. I Quraysh non riuscirono ad affrontare questa potenza, e il
Profeta dichiarò un’amnistia generale.
La conversione all’Islam non faceva parte delle condizioni che garantivano la
sicurezza della vita e delle proprietà. Quando tutta la città fu saldamente nelle mani
dei credenti, il Profeta
si recò alla Kaaba, toccò la Pietra e fece i sette giri rituali
e poi
demolì i 360 idoli che si trovavano nel Recinto Sacro recitando:
"E’ giunta la verità,
la falsità è svanita. Invero la falsità è destinata a svanire
".
(Corano)
Il Profeta si fece portare la chiave della Kaaba e vi entrò con alcuni dei suoi uomini.
Ordinò che anche l’interno fosse purificato da ogni traccia di culto idolatrico. Quando
uscì parlò ai meccani, che erano usciti dalle case nell’ansiosa attesa delle sue
decisioni. Erano colpevoli delle offese più terribili contro i Musulmani, imposto loro
le più atroci torture, messi molto di loro a morte e infine li avevano scacciati da
Mecca sequestrando tutti i loro beni di case e terreni e quant’ altro. Essi non avevano
mai concesso ai Musulmani di vivere una vita pacifica nella loro nuova dimora a
Madina, ma avevano attaccato quella città tre volte con grandi armate, sapendo che i
Musulmani non avevano i mezzi per affrontarle. Erano questi uomini che si
trovavano ora nelle mani del Profeta, e, rivolgendosi a loro gli domandò:
“Quale
trattamento vi aspettate da me ?”
. loro conoscevano da molto tempo il fidato,
l’onesto Muhammad; sapevano che egli aveva un cuore generoso nel suo petto e gli
dissero: “Sei un fratello nobile, e figlio di un fratello nobile.” Ma il trattamento che il
Profeta riservò loro superò addirittura le loro stesse aspettative. In questo giorno
disse- con le parole usate dal Profeta Giuseppe verso i suoi fratelli:
“Oggi non
subirete nessun rimprovero! Che Allah vi perdoni, Egli è il più misericordioso dei
misericordiosi
(Corano)
.
Con queste parole i meccani si resero conto della nobiltà della grande animo del
Profeta che non li avrebbe nemmeno rimproverati delle loro azioni malvagi, e li
lasciò andare senza neppure chiedere loro un giuramento per il futuro. Anche quelli