Page 66 - Le Storie Dei Profeti

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Quando venne raccontata l’interpretazione di Giuseppe al re,si stupì tantissimo e
comandò subito: “Liberatelo e portatelo qua da me”. Quando il messaggero raggiunse
Giuseppe, egli rifiutò di uscire dal carcere finche non venne provata la sua innocenza
e disse: “ Ritorna presso il tuo signore e chiedergli: “che ne è delle donne che si
tagliarono le mani?”. Giuseppe voleva uscire dalla prigione a testa alta, e solo dopo
che la sua innocenza fosse riconosciuta .
Il re chiamò le donne e disse: “Quale è la vostra storia con Giuseppe, cosa ne pensate
di lui?”. Risposero: “Di lui non abbiamo niente di male da dire, si è comportato
sempre bene, non ha mai peccato con nessuna di noi“. Il re guardò Zulaikha, la
moglie del Aziz, era pallida e triste, si sentiva la mancanza di Giuseppe e aveva tanta
voglia di vederlo;confessò tutta la verità dicendo :”Ormai la verità è evidente; ero io
che cercavo di sedurlo. Veramente Giuseppe era sincero e fidato. Mi sono pentita di
come mi sono comportata con lui”.
L’amore per Giuseppe cambiò Zulaikha, divenne più pura, voleva correggere la sua
immagine, non voleva che lui la guardasse come peccatrice, si convertì alla sua fede
nell’unicità di Dio e rimase innamorata di lui per tutti questi anni.
Quando il re si accertò dell’innocenza di lui disse: “Portatelo da me; voglio averlo al
mio fianco”. Giuseppe entrò nella corte del re e disse: “Ho sollecitato questa inchiesta
affinché il mio padrone sappia che non l’ho tradito in segreto”. Quando il re si mise a
parlare con Giuseppe si stupì della sua sapienza e saggezza. Parlarono del suo sogno
e Giuseppe gli spiegò che la carestia si sarebbe diffusa in Egitto e dintorni e che
l’Egitto doveva prepararsi per affrontare questa grave situazione. Disse il re: “Da
oggi nella nostra corte avrai l’assoluta autorità e fiducia”.
Giuseppe divenne il Aziz d’Egitto:
Il Re nominò Giuseppe, che aveva allora 30
anni, il suo consigliere e guardiano dei magazzini di grano, poi, dopo la morte del
Aziz divenne suo successore, così venne ricompensato da Allah per la sua fede e
pazienza. Giuseppe non cercava ricchezza o potere, al contrario aveva una missione
quasi impossibile, quella di gestire l’economia di popoli in carestia per 7 anni.
Passati velocemente i sette anni di prosperità, arrivarono i sette anni di carestia, la
fame dominava tutta la regione, solo l’ Egitto, grazie all’operato di Giuseppe, aveva
da mangiare. L’Egitto cominciò a distribuire il cibo tra i popoli della zona con un
sistema che assomiglia a quello del libretto famigliare, non tutti quelli che avevano
soldi potevano comprare le quantità di cibo che volevano ma si distribuiva un carico
di grano a testa.